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Sveva: il laboratorio di sartoria sociale che celebra la forza delle donne

Sveva: il laboratorio di sartoria sociale che celebra la forza delle donne

Quando si invitano tante persone a partecipare ad un evento deve esserci una buona ragione. Si, perché stiamo prendendo il vostro tempo e vi stiamo chiedendo di trattenervi qui su questa poltrona per guardare ciò che accade su questo palco.

Questa sera abbiamo deciso di animare questo auditorium gentilmente concesso dal Comune di Sant’Arsenio, mettendo insieme Moda e solidarietà. Una serata in cui parleremo di accoglienza, l’accoglienza messa in atto tutti i giorni dalla Cooperativa sociale Il Sentiero. Questa sera vi parleremo del Progetto Sveva, un laboratorio di sartoria realizzato da donne migranti per tutte quelle donne che combattono contro il cancro.

Donne migranti che si ritrovano lontane dal loro Paese, dalla loro famiglia, dagli amici, dai ricordi e dai sogni rimasti nel cassetto o seppelliti dalle bombe e dalle persecuzioni.

Donne che portano con sé a volte tutte le barbarie che i tragitti migratori riservano alle donne. Donne che stanno cercando di costruire la loro vita qui, ma sempre con l’ultimo pensiero a chi è rimasto altrove. Affetti vissuti oggi solo attraverso un display di un cellulare.

In questa serata di musica e di luci, di sorrisi, di femminilità, a tutte queste donne va il nostro profondo rispetto e la nostra gratitudine per aver detto si. A loro il nostro grazie per aver preso ago e filo e per essere testimoni del progetto Sveva.

Saranno loro le protagoniste. Indosseranno i copricapo e i turbanti realizzati durante le ore del Laboratorio di sartoria. Sono loro stasera il volto dell’accoglienza capace di generare relazioni ed amicizia sociale. Sfileranno per altre donne che non sono qui stasera. I nostri turbanti questa sera  li regaleremo all’Associazione Crescere in Rosa perché le possano fare avere a coloro che in questo momento stanno combattendo contro il cancro.

Questo laboratorio è una restituzione sociale. Nasce da un sistema di accoglienza che con intelligenza ed empatia si apre al territorio, dialoga con il territorio. È un progetto di economia civile.

Di Sveva parleremo dopo, perché anche in questo caso, riteniamo giusto accostarci a lei e alla sua famiglia qui presente con il garbo richiesto.

Altro punto. La matrice. È importante sottolineare che tutto ciò è possibile perché ci sono su questo territorio dei comuni che da dieci anni portano avanti dei progetti SAI (sistema di accoglienza e integrazione) Questo è il sistema di accoglienza pubblico che abbiamo in Italia. Atena Lucana, Sant’Arsenio, Padula, Polla, Sanza, Buonabitacolo, Montesano sulla Marcellana, e poi ancora nella Valle del Calore Bellosguardo, Sacco, Roccadaspide, Sant’Angelo a Fasanella.

Di accoglienza spesso si parla in maniera subdola. Cerchiamo anche attraverso azioni concrete e tangibili come quella di stasera di ribaltare una narrazione distorta e poco informata. Comunicare le buone notizie è un dovere.

Quarto punto: stasera vedrete sfilare delle ragazze volontarie del Servizio Civile Universale. Abbiamo voluto bussare anche alla porta del mondo giovanile perché svolgere il servizio civile significa esserci contribuire alla crescita civile di una comunità.

Se qualcuno domani vi chiederà cosa è il progetto Sveva, rispondete che è la forza delle donne. Nient’altro.

Di Stefania Marino

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